Burundi: il miglior paese per la coltivazione del caffè di cui (probabilmente) non hai mai sentito parlare

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Questo piccolo paese montuoso senza sbocco sul mare, sebbene non sia il primo a venire in mente come produttore di caffè, esporta alcuni tra i più pregiati che potresti gustare.

Il Burundi è considerato uno dei dieci paesi più poveri, con il secondo PIL pro capite più basso al mondo. Ma ha la fortuna di trovarsi nella regione dei Grandi Laghi tra il Ruanda, la Tanzania e la Repubblica Democratica del Congo, in Africa orientale, in un territorio noto per la produzione di caffè di grande qualità. E il Burundi non fa eccezione: sebbene la resa sia più bassa rispetto ad altri paesi africani, i coltivatori prestano un’attenzione eccezionale ai dettagli.

La produzione di caffè, incentivata nel 2005 con la fine degli scontri etnici tra hutu e tutsi, in Burundi sta crescendo sia in popolarità che in qualità, offrendo un importante contributo all’economia nazionale. Attualmente classificato al 31° posto nel mondo per volume di esportazioni di caffè, il Burundi sta rapidamente diventando uno dei preferiti dai torrefattori e appassionati di caffè specialty.

Produttori di caffè in Burundi

Popolato in maggioranza da hutu, tradizionalmente un popolo contadino, il caffè viene coltivato prevalentemente in piccole fattorie. Dopo i grandi problemi dovuti all’instabilità politica, oggi sono più di 600.000 le famiglie burundesi coinvolte nella coltivazione e lavorazione del caffè.

Piccolo attore nei mercati internazionali del caffè, il Burundi opera in un ambiente caratterizzato da una concorrenza aggressiva. La produzione media di ciliegie di caffè per albero è di circa un chilogrammo, molto al di sotto delle rese di 2,5 / 3,0 chilogrammi osservate in altre aree di coltivazione del caffè come ad esempio Asia e America Latina.

Nel biennio 1990-1991 la produzione di caffè verde in Burundi era intorno alle 34 mila tonnellate. Cifre che via via si sono ridotte considerevolmente: nel 2011-2012 la produzione è scesa a 15 mila tonnellate, mentre nel 2017-2018 si è arrivati a poco più di 13 mila tonnellate.

La lavorazione del caffè rappresenta il 40% del PIL e impiega oltre il 90% della popolazione. Il caffè e il tè sono le maggiori esportazioni del Burundi e il caffè rappresenta circa un terzo del reddito totale delle esportazioni del paese.

In Burundi sono consapevoli che il miglioramento della competitività non potrà avvenire grazie all’aumento della produzione ma solo attraverso il miglioramento della qualità lungo la catena di produzione e l’attenzione ai più redditizi mercati del caffè specialty. Questa scelta consente di caratterizzare il caffè del Burundi garantendo anche un migliore cuscinetto per gli inevitabili periodi di prezzi bassi.

Il caffè

Le regioni vocate alla coltivazione del caffè sono principalmente Kayanza, Ngozi, Bweru e Muyinga. La maggior parte del caffè coltivato in Burundi è Red Bourbon, una varietà introdotta nel paese negli anni trenta dai belgi.

In genere i caffè del Burundi presentano note selvatiche e fruttate, in particolare frutti di bosco dolci, sentori di agrumi, mirtillo o persino ananas. I caffè coltivati ad altitudini più elevate hanno sapore e acidità più decisi, mentre i caffè di bassa quota sono caratterizzati da aromi di cioccolato e nocciola.

La lavorazione a umido è la norma in Burundi. Ogni lotto di caffè inizia generalmente il processo di lavorazione entro 6 ore dalla consegna.

Le ciliegie vengono controllate e selezionate a mano. Successivamente vengono fatte fermentare in acqua per 10-12 ore e quindi pestate per eliminare gli ultimi residui, prima di subire un ulteriore lavaggio. Nel canale di lavaggio i chicchi vengono nuovamente selezionati per densità e qualità. I più densi scorrono nel basso del canale di lavaggio, mentre i chicchi più chiari rimangono più in superficie.

Dal lavaggio finale i chicchi vengono spostati sui tavoli di essiccazione e lasciati ad asciugare per 2-3 settimane. Ogni giorno vengono girati in modo da mantenere stabili i livelli di umidità, ricontrollarti manualmente per eliminare le eventuali ultime imperfezioni.

Caffè e lavoro femminile

Jeanine Niyonzima-Aroian

Socialmente la lavorazione del caffè rappresenta un settore particolarmente importante perché coinvolge un numero in costante crescita di donne.

In Burundi molto dello sviluppo del settore caffè lo si deve a Jeanine Niyonzima-Aroian, che dopo aver fondato la Burundi Friends International, organizzazione no-profit che finanzia programmi di potenziamento educativo ed economico per i burundesi rurali, ha creato la JNP Coffee.

Il lavoro di JNP Coffee è focalizzato sull’emancipazione delle donne e, insieme ad alcuni sostenitori locali dei diritti delle donne, ha creato la sezione Burundi dell’International Women’s Coffee Alliance. La rete di agricoltori membri IWCA in Burundi conta oggi più di 2.000 persone. La IWCA ha avuto un tale impatto economico che JNP ha dato vita a programmi aggiuntivi per espandere la propria base di agricoltori e generare profitto ben oltre i soli coltivatori registrati all’IWCA investendo in opportunità di istruzione e sviluppo di tutta la comunità.

Borea Specialty Coffee Burundi

Il nostro Borea Specialty Coffee Burundi proviene da Kayanza, una regione situata nel nord del Burundi dal clima mite, con temperature medie di circa 18 °C. Qui la maggior parte delle fattorie si trovano a un’altitudine compresa tra 1.700 e 2.000 metri sul livello del mare.

Queste condizioni offrono una produzione con elevata acidità e profonde note agrumate. Un caffè molto apprezzato dallo SCA che arriva a punteggi spesso al di sopra di 90.

Le micro piantagioni a conduzione familiare situate sulle alture vicino al Congo-Nile Crest, inviano le ciliegie nella più vicina stazione di lavaggio del caffè di Kibingo, sostenuta dall’International Women’s Coffee Alliance.