Inevitabilmente, grazie al cielo si avvicinano i giorni della fine di questa pesante quarantena.
Non è difficile prevedere che le cose non potranno tornare a essere come prima.
Le analisi a questo proposito raccontano che alla riapertura circa l’80% dei locali, bar, ristoranti, birrerie, sarà in grado di riaprire dopo la quarantena, il restante non ce la farà. E alcuni ipotizzano che tra un anno ne rimarrà aperto solo la metà, per poi lentamente vedere nuove aperture.
Previsioni terrificanti certo, ma sarebbe sbagliato bollarle semplicemente come pessimistiche, sono purtroppo uno scenario plausibile. Ma previsioni come queste servono a prepararci al meglio ad affrontare quello che verrà, a comprenderlo per smentirle. Non a farci deprimere.
Quindi noi, cosa possiamo fare adesso, per far sì che il nostro locale sia tra quelli capaci di restare aperti? Cosa ci serve, quali idee, quali strategie dobbiamo mettere in campo?
Tutti sentiamo il bisogno di tornare alla normalità, ma è innegabile che il lockdown lascerà in tutti noi il suo carico di timori e di paure. Starà a noi proporre soluzioni che facciano sentire sicuri i nostri clienti.
Molti tra noi sostengono che il futuro sarà il delivery e l’e-shop, altri vedono i bar trasformarsi in un luogo self service e di prodotti take away, infine alcuni immaginano i bar e i ristoranti così come sono oggi, solo con le distanze tra le persone più ampie, e una maggiore cura della qualità offerta.
Voi che idee avete?
L’Istituto Espresso Italiano (IEI) sta lavorando nell’individuazione delle linee guida per la riapertura dei bar in sicurezza per gli operatori e per i clienti. La Genovese condivide questo impegno, vi partecipa attivamente portando il proprio contributo e le proposte che raccoglie dal nostro settore.
Ognuno di noi metta in gioco la propria professionalità e la propria creatività, cerchiamo di fare squadra, cerchiamo di immaginarci adesso il futuro e cerchiamo di costruirlo.
Insieme!